Alta Via delle Grazie

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Arte & Cultura

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TAPPA 5 : PARRE-NOVAZZA

Chiesa della Santissima Trinità - Località Monte Trevasco, 24020 Parre BG

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La chiesa della SS. Trinità è situata nel comune di Parre, in val Seriana (provincia di Bergamo). Si erge sulla sommità del monte Cusen (“roccia” nel dialetto Gaì), a 762 metri di altitudine.

Storia

Il primo documento che attesta l'esistenza di questa chiesa fu redatto dal Vescovo Federico Cornar il 22 agosto 1565, in cui viene indicata la presenza sul territorio di una cappella della Trinità. Risulta infatti di quegli anni l'intervento di costruzione di una chiesa in luogo di una preesistente cappella del XIII secolo.

La presenza di un romito, persona dedita alla vita ritirata e solitaria[, permetterà nel tempo il buon mantenimento dei locali della chiesa.

Il campanile con le tre campane è del 1610 in pietra viva, mentre il loggiato in pietra di Sarnico è degli inizi del XVIII secolo, così come l'adiacente casa ora residenza del custode.

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La chiesa della SS. Trinità è situata nel comune di Parre, in val Seriana (provincia di Bergamo). Si erge sulla sommità del monte Cusen (“roccia” nel dialetto Gaì), a 762 metri di altitudine.

Storia

Il primo documento che attesta l'esistenza di questa chiesa fu redatto dal Vescovo Federico Cornar il 22 agosto 1565, in cui viene indicata la presenza sul territorio di una cappella della Trinità. Risulta infatti di quegli anni l'intervento di costruzione di una chiesa in luogo di una preesistente cappella del XIII secolo.

La presenza di un romito, persona dedita alla vita ritirata e solitaria[, permetterà nel tempo il buon mantenimento dei locali della chiesa.

Il campanile con le tre campane è del 1610 in pietra viva, mentre il loggiato in pietra di Sarnico è degli inizi del XVIII secolo, così come l'adiacente casa ora residenza del custode.

Descrizione

 

Porticato esterno lato est

La chiesa, contrariamente alla maggior parte delle chiese, è rivolta a Nord-Est, in quanto la sua posizione arroccata su roccia non le ha permesso di essere rivolta ad est. Il porticato che la circonda è ricoperto dall'ala del tetto della chiesa stessa, ed è formato da 29 archetti in muratura sostenuti da colonnine poggianti su di un parapetto di cui ben 22 rivolte ad est e visibili dal fondo valle. L'interno è ad una sola navata, suddivisa da lesene in quattro campate coperte da voltini incrociati.

Tra la terza e la quarta campata, sul pavimento in cotto antico, si possono vedere due gradini della precedente chiesa cinquecentesca, tornati alla luce durante i lavori di restauro. La chiesa prevedeva tre porte, sopra la principale vi era la scritta Adorabitis Patrem sulle altre Et pax Christi exulter in cordibus vetris e Nolite contristate Spiritum Sanctum. Nel restauro, intercorso dal 1996 al 2000, ha permesso di riportare alla luce affreschi del XVI secolo, tra cui quello di San Lucio con una fetta di formaggio, una Madonna che allatta il Bambino ed una SS. Trinità

 

Madonna con Bambino nella chiesa della Santissima Trinità-Parre

Tra la terza e la quarta campata, sul pavimento in cotto antico, si possono vedere due gradini della precedente chiesa cinquecentesca, tornati alla luce durante i lavori di restauro. La chiesa prevedeva tre porte, sopra la principale vi era la scritta Adorabitis Patrem sulle altre Et pax Christi exulter in cordibus vetris e Nolite contristate Spiritum Sanctum. Nel restauro, intercorso dal 1996 al 2000, ha permesso di riportare alla luce affreschi del XVI secolo, tra cui quello di San Lucio con una fetta di formaggio, una Madonna che allatta il Bambino ed una SS. Trinità. Il presbiterio, sopraelevato di tre gradini e ristretto rispetto al resto della chiesa, ha il soffitto a botte; sull'arco riconoscibile la scena dell'Annunciazione, mentre sul lato a sinistra una Madonna col Bambino di rara bellezza.

Ponte che balla: Villa d’Ogna

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Il ponte ballerino (Pùt che bàla in dialetto bergamasco) da decenni collega le due sponde del fiume Serio tra i comuni di Villa d'Ogna e Piario.

Si tratta di un ponte di legno sospeso su funi di acciaio, da cui la sua caratteristica di "ballare" vistosamente quando lo si percorre a piedi, in passato piuttosto malridotto ma che da qualche anno è mantenuto in perfetta efficienza grazie anche alla vicinanza con la pista ciclabile che dall'Ospedale di Piario conduce a Villa d'Ogna e poi ad Ardesio risalendo l'asta del Serio.

Al termine del ponte si trovano alcuni laghetti adibiti a pesca sportiva, e il "Fontanino di S. Alberto", una sorgente che offre acqua fresca in tutte le stagioni dell'anno.

Sulla sponda di Villa, nella frazione di S. Alberto si può visitare l'antica dimora dove nacque il Beato Alberto da cui prende nome anche l'Oratorio "Beato Alberto" di Villa d'Ogna.

Bani di Ardesio

Inerpicandosi lungo i tortuosi tornanti seguendo la diramazione della Valle Seriana, nel parco delle orobie bergamasche, all’altezza di Ardesio, nella valle laterale di Valcanale, si approda oltre il tempo, in una borgata ancora di sapore antico, remoto, quasi da fiaba. Siamo a Bani di Ardesio, ottanta abitanti e un pugno di case antiche arroccate intorno al proprio campanile.

Si rimane senza fiato: cielo terso e aperto, roccia vivida sovrastante, pianori inondati dal sole, viuzze scavate tra le fessure delle case, cortili che emergono come specchi tra le lobbie con i panni stesi, mulattiere che si inoltrano lungo il costone e sembrano scomparire.

Qui la vita ha il ritmo antico della pazienza, dell’attesa, del senso del ritorno.

Bani è collegata da una strada che si stacca da quella principale di collegamento tra il capoluogo e Valcanale, si erge a 1.025 m. di altitudine. Situata alle pendici dell’omonimo monte, gode di una posizione paesaggisticamente incantevole.

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Le abitazioni delle frazione sono molto vicine e quindi il piccolo paese è formato da un'unica contrada ovvero Bani, la popolazione composta da 87 abitanti, è concentrata soprattutto intorno alla parrocchia che dista 4,5 km dal capoluogo del comune. Alla frazione di Bani una volta faceva parte anche la località di Foppa, ora completamente disabitata.

A Bani di Ardesio si celebra ad agosto la festività della madonna della cintura. dicono i documenti: “la festa della madonna della cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, data in cui la chiesa fa memoria di Sant’Agostino.

La devozione alla Vergine della cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica, mamma di Sant’Agostino, di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il suo abbigliamento durante la sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l’ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve letteralmente coperta da un’ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e decisamente penitenziale.

Tale veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il suo particolare patrocinio ad indossarla.

La Madonna della cintura di bani è una delle statue dette “madonne vestite“, introdotte dagli spagnoli nel ‘500 e diffuse in tutto il nord Italia.

"Discesa agli inferi"- Novazza

A Novazza, arrivo della quinta tappa, sosta in silenzio davanti all’affresco della “ -Discesa agli inferi -, eseguito dai maestri iconografi della scuola di Seriate nell’ anno 2001. Commissionato da un gruppo di donne e finanziato con la produzione e vendita dei casi celi, l’immagine segno della vittoria di Cristo, esprime a partire da questa, il desiderio di unità e amicizia tra i popoli.” dalla Guida  - L’ Alta Via delle Grazie - Pag. 68.

Qualche tempo fa, tre studentesse dell’Università di Vladimir, da noi per un soggiorno di studio a Istituto VEST, sono state accompagnate a vedere l’affresco. “ Stupite di trovarci dinanzi a una delle nostre icone più importanti, in un piccolo villaggio delle montagne di Bergamo” hanno scritto subito ai loro amici in Russia. … puoi stare ovunque come a Novazza ma se la vita è un incontro e legami: “Per nascere poca terra, per morire, tutta la terra; per nascere Portogallo, per morire il mondo.” (P. Antonio Vieira, Sermone di Sant’Antonio, VII).

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